giovedì 28 ottobre 2010

Welcome back "Paninari"?

Ci vuole giustamente una premessa adeguata.
Con il termine "paninaro" si identifica una sottocultura giovanile nata a Milano e da lì diffusasi in tutta Italia. La caratterizzavano l'ossessione per la griffe nell'abbigliamento e in ogni aspetto della vita quotidiana, il rifiuto della politica e l'adesione a uno stile di vita fondato sul consumo, il divertimento ad ogni costo e la spensieratezza.
Il "movimento paninaro" nacque nei primi anni ottanta e fu piena espressione dell'ondata di riflusso e disimpegno che seguì il turbolento e politicizzato decennio precedente. Lo stile di vita dei paninari rifiutava di occuparsi degli aspetti angoscianti dell'esistenza e, anzi, godersi pienamente la vita senza troppe preoccupazioni, adeguandosi ai modelli del cinema americano di consumo e ai consigli degli spot pubblicitari trasmessi dalle televisioni commerciali.
Il paninaro coltivava una maniacale attenzione per il proprio stile, rigorosamente di marca. L'abbigliamento del paninaro prevedeva giacconi imbottiti (Moncler, Henri LLoyd), stivali da mandriano (Frey o Durango), jeans (Levi's , Enrico Coveri, Uniform, Rifle in velluto millecoste, Avirex, Americanino, Stone Island o Armani), tra le felpe (byAmerican, Best Company), maglioni (Marina Yachting), cinture di pelle (El Charro), camicie a quadri (Naj Oleari), calzini decorati a rombi della Burlington per i ragazzi, e colorati della Naj Oleari per le ragazze e scarponcini (Timberland), Celini oppure scarpe sportive Superga colorate, Vans (rigorosamente senza stringhe) e più tardi New Balance e Nike. Quasi tutte queste marche esistono tuttora, alcune di queste si trovano a livelli top class, altre sono cadute in disuso, con un moto di successo alle volte altalenante, un po' come la moda in generale.
Un esempio di questo può essere dato dallo scarponcino da lavoro Timberland, che da questa stagione è rientrato a far parte delle scarpiere di numerosi giovani. Con le sue numerose varianti e le sue altrettanto copie o rivisitazioni da parte di altri brand.

In alternativa alle Timberland, si possono trovare alcune soluzioni proposte da Cafè Noir in vari colori. Soprattutto a prezzi più vantaggiosi (si aggirano sulla centinaia di euro, contro i 195 delle Timberland classi).


Nonostante il loro look un po' greve, poco rifinito, possono trovare spazio su un jeans o anche un pantalone dai colori neutri. L'importante è osare, senza paura di sbagliare.
Rigorosamente l'orlo deve essere inserito all'interno dello scarpone, altrimenti si andrebbe a coprire le caratteristiche peculiari della scarpa.

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