lunedì 31 ottobre 2011

Lifestyle: Parkour III


Prima e seconda parte.

10) Il parkour è uno sport individuale oppure vi sono anche manifestazioni che mettano in rivalità più traceur?
Nessuna rivalità, comunque mi spiego meglio: Inizialmente mi allenavo sempre con gli altri, adesso mi alleno quasi sempre da solo e mi ritrovo con gli altri un paio di volte la settimana per imparare dai giudizi esterni, questo atteggiamento mi da modo di sondare più profondamente i miei limiti e cucirmi addosso l'allenamento più giusto possibile, dopo un certo periodo tutti fanno così.
Le manifestazioni ci sono e qualche partecipante si sente in rivalità con gli altri (per fortuna la media è sempre più bassa, ormai quasi azzerata), finchè gli altri sono meno bravi di lui tutto va bene ma quando trova quelli più preparati le cose si complicano, strafà per dimostrare di non essere da meno senza pensare che magari chi si ha davanti si allena con più intelligenza da più anni.
Questi ragazzi si riconoscono perchè non tornano mai a casa sani. Nella vita ci vuole pazienza ed intelligenza, l'inutile presenzialismo non fa parte di questa bella disciplina e questo lo si impara sempre, i più intelligenti presto e senza farsi male e gli altri con più tempo e più ammaccature.
Le solite due risposte extra, due partecipanti ad un raduno:
A: Le parole rivalità e parkour non esistono sullo stesso dizionario: la cosa bella del parkour è che è un po' come essere in una grande famiglia: spesso mi capita ai raduni di parkour di parlare a traceur che non ho mai visto, come se li conoscessi da anni.
F: Non esiste rivalità tra i treceur, esiste chì è più bravo e chi è meno bravo, ed è li che bisogna spesso cogliere il momento per apprendere dai migliori. Esistono comunque delle manifestazioni,raduni nei quali i traceur si ritrovano per stare insieme e soprattutto tracciare in armonia..
Poi c'è chi si pensa traceur e vuole competere anche con i sassi della stradama tra tutti quelli che ho incontrato non uno praticava parkour, tutti freerunners della domenica, e questo spiega molto, almeno per quanto mi riguarda e sul perchè trovo tanto affascinante il parkour praticato con costanza e tanto poco affascinante il trick domenicale.


11) Come si pongono i mass media verso il Parkour? Esistono riviste, trasmissioni o film su questo sport?
Esistono molti film e riviste che si occupano del parkour in quanto fenomeno che si pensa possa creare interesse, ma la commercializzazione, il voler "vendere" il parkour nel modo più valido commercialmente, seguendo quindi le inclinazioni di una società sempre in competizione e più attenta all'apparenza a discapito della sostanza, va contro lo spirito umile e votato alla ricerca di essenzialità ed automiglioramento che constraddistingue il praticante.
Unico punto di informazione reale sul parkour è parkour.net per quanto riguarda la rete, la nostra associazione ne gestisce il forum italiano e vi propone periodicamente Video ed articoli particolarmente interessanti, siamo tra l'altro gli unici in Italia che presentano video istruttivi sul parkour girati grazie a gruppi internazionali e che a breve verranno pubblicati sul nostro sito e forum (www.apki.it - www.parkour.net). 



12) Come consigliereste di agire ad un nostro lettore, che interessato dall'intervista, decide di avvicinarsi al Parkour?
In sostanza di rivolgersi al forum ufficiale, www.parkour.net sezione italiana, raggiungibile con facilità dal sito dell'associazione (www.apki.it), così facendo si possono trovare guide, tabelle di allenamento e molti consigli per chi si avvicina a questa disciplina.
Inoltre attraverso il forum si possono contattare i traceur più esperti e fissare un allenamento in cui apprendere le basi.
Allego la risposta data da due ragazzi che praticano parkour ormai da qualche anno:
Andrea: Di iniziare con cose semplici, ma proprio semplici, e poi pian piano di alzare il grado di difficoltà. E poi di iscriversi al forum ufficiale internazionale sella sezione italiana per qualunque dubbio. 13) Quanto è pericoloso praticare il Parkour? In quali tipologie di infortuni e con quale frequenza vi si incorre?
Francesco: Di provare e valutare…perché si possono cogliere rischi se si pratica il parkour in modo sbagliato e si possono avere grandi soddisfazioni e sviluppare abilità fisiche e mentali se si pratica in modo corretto…quindi chi volesse avvicinarsi deve innanzi tutto saper trovare delle persone qualificate che lo possono aiutare a progredire....e poi stare attento a praticare da solo, infatti è sempre meglio se siamo in gruppo ,così da potersi aiutare a vicenda in caso di bisogno…
Se a qualcuno fosse venuto voglia di vedere un traceur all'azione, può farlo a questo link:
http://www.youtube.com/watch?v=JEbYtOEftc0 
Il parkour è una disciplina fondata sul metodo naturale di Hebert (da cui si sono tratti anche i principi dello scoutismo) e quindi si basa su una progressione lenta, graduale e soprattutto PERSONALE, basandosi sulla simulazione di situazioni rischiose l'attenzione è sempre vigile e la coscienza delle nostre possibilità il più approfonidta possibile. Insomma è difficile farsi male in un sano e giusto allenamento di parkour, molto più facile giocando a calcetto od a pallavolo. Noi facciamo sempre la massima attenzione che le cinture cinetiche protagonise dei movimenti siano sempre in ottima salute, ci concediamo i giusti tempi di recupero ed ascoltiamo i messaggi che ci manda il nostro corpo, Il metodo naturale mette in pratica l'idea di miglioramento dello stato dell'individuo e quindi la concentrazione non è sulla prestazione ma totalmente spostata su noi. Un esempio lo danno i nostri allenamenti che ormai si svolgono all'aperto in qualsiasi stagione e con qualsiasi condizione climatica , questo grazie allo sviluppo graduale delle capacità individuali.
Il nostro gruppo conta anche fisiorterapisti, studenti in medicina ed allenatori sportivi.

Se l'attenzione si sposta sulla prestazione non ascoltando noi stessi e non vedendo i nostri limiti il rischio è reale, in ogni allenamento di Parkour si deve mirare alla presa di coscienza, alla disciplina ed alla prudenza. Il massimo risultato del parkour è il miglioramento di noi stessi.


domenica 30 ottobre 2011

Playlist #13


Ennesima playlist from Acid FraM:
  • Fatboy Slim - Ya Mama
  • The Chemical Brothers - Block Rockin Beats
  • Primal Scream - Miss Lucifer
  • Prodigy - No Good
  • Daft Punk - Derezzed 


sabato 29 ottobre 2011

Cinemagraphs: la fotografia che si anima

I cinemagraphs sono fotografia all'interno delle quali alcuni movimenti si ripetono in successione ciclica. Si realizzano sovrapponendo alcune fotografie oppure tagliando una piccola parte di video. 
Abbiamo raccolto alcune chicche dal mondo cinematografico. 

Il Grinta (2010)

Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004) 

Full Metal Jacket (1987) 

Il Padrino (1972) 

Shining (1980) 

Arancia Meccanica (1971) 

 Scarface (1983)

Fight Club (1999) 

Il Grande Lebowski (1998) 

Pulp Fiction (1994) 

Il Buono, il Brutto e il Cattivo (1966) 

Se7en (1995)

venerdì 28 ottobre 2011

Dark Vader: Illustrazione e Fotografia che si fondono


Fotografia e illustrazione che si fondono in un sogno dark. Foto ad opera di Cornelie Tollens e grafica a cura di Sit, artista olandese. In questo set di foto, realizzato per SOUP Magazine, si immortala una passione nera, quasi macabra, fra le modelle e un Darth Vader, che sembra fuoriuscire dalle tenebre, dal nero della foto, realizzata con assenza di colore. Un angelo oscuro che avvolge le ragazze fra le sue ali, le cinge in abbracci di morte, ma trasudanti una passione inespressa. 
Il tutto a realizzare un connubio che diventa arte. 









giovedì 27 ottobre 2011

Beard Hat: I cappelli Barbuti

Siete dileggiati dai vostri amici per l'assenza di follicoli piliferi sui vostri volti? Da oggi ecco la soluzione al vostro problema: cappelli in lana con barba incorporata. Disponibili i vari colori e in varie combinazioni. Un oggetto simpatico e divertente, veramente utili per chi pratica sport invernali per proteggersi dal freddo in parti solitamente scoperte. Qualcuno, però, potrebbe anche adottarlo per le sue passeggiate urbane. 
I Beard Hat costano 40$ l'uno. 





mercoledì 26 ottobre 2011

Masks: il potere dell'immaginifico


Strumenti per lavori, vecchi pezzi di latta, taglieri in legno. Tutto questo viene plasmato da Thierry Despont nella sua ultima fatica, Masks. Classico e moderno si fondono, un connubio di figurativo e non figurativo. Ogni maschera prende vita e palesa una propria personalità, possiede la propria espressione ed esprime una propria emozione. In alcune si rivedono, specie nelle maschere dalle fattezza di pennuti, alcuni personaggi di Alice nel paese delle meraviglie della Disney; il resto prende vita da un mondo della fantasia totalmente nuovo e non ci meraviglierebbe se iniziassero a muoversi, facendo rumori meccanici, e  a parlare con voci sintetiche.