sabato 30 luglio 2011

Matteo Molinari A/W 2011-12

Matteo Molinari è uno stilista italiano, i suoi studi hanno prima seguito la via della comunicazione a Bologna per poi virare inesauribilmente verso il Fashion Design, attraverso un Master oltremanica. 
In questi capi si vede chiaramente l'intento di dettare le regole per un nuovo uomo elegante, con tagli netti e non convenzionali, specialmente per quanto riguarda le giacche, con tagli che ricordano un po' il vestiario dei matador. Anche nel pantalone si cerca di introdurre un nuovo concetto tramite tessuti e forme molto morbide e un cavallo estremamente basso, che appartiene ad uno stile ben più casual e sportivo, ma che qui sembra coniugarsi bene e sentirsi a proprio agio. 
Non si esce dalla scelta cromatica del bianco e del nero, probabilmente i due colori simbolo della raffinatezza nel vestire. 
"Le parole chiave che descrivono il mio stile sono: sartoriale, sinistro, fatto a mano, Psychic Youth, pizzi, palette neutrale, linee architetturali, assenza di genere, CCP, taglio, corto, basici che rileggono il guardaroba maschile,militare, tradizioni folk europee" parole di Matteo Molinari. 
Non c'è da dire di più, a noi piace e molto e l'eleganza sarà probabilmente l'erede del casual in futuro, quindi tenere gli occhi ben fissi su questo stilista. 




mercoledì 27 luglio 2011

Ylati Footwear

Scarpa alta, suola bianca, buona varietà di colori e in due diversi materiali (suede e pelle), sono tutte le caratteristiche che sembrano preannunciare l'uscita di una scarpa di successo per il prossimo autunno/inverno. Stiamo parlando di Ylati footwear. Più di questo non possiamo dire, solo che da settembre le potrete trovare nei negozi. Nel frattempo per info potete affidarvi alla loro pagina Facebook e gustarvi le prime immagini.


lunedì 25 luglio 2011

Camo S/S 2012

Camo è un brand italiano che nasce nel 2007, il suo quartier generale ha sede a Biella. I cui paesaggi sembrano pienamente ispirare l'intera collezione primavera/estate 2012, nonché al lookbook. Lo stile di Camo lega l'eleganza allo stare immersi nella natura, a voler dimostrare che lo stile non è solo ed unicamente cittadino. I cappelli a falde larghe, i gilet, ma anche gli stessi cardigan riportano le nostri menti a stili atavici, prettamente legati al mondo contadino e a quello della caccia. Proprio per questo i modelli appaiono nel proprio contesto naturale con i capi che indossano. E sicuramente nel contesto urbano contribuiscono a dare quel tocco di originalità in più all'eleganza ormai troppo immobile su canoni classici. 


giovedì 21 luglio 2011

Five for ImPressing: Alessio Costantino

Nome, cognome, età e da quanto scatta fotografie?
Alessio Costantino 23 anni e scatto foto da circa un anno e mezzo

La sua attrezzatura?
Nikon d300s, Nikon F2 as e Leica M3

Cos’è la fotografia per lei? Quanto l’obiettivo influenza la vita di tutti i giorni?
La fotografia per me è la rappresentazione di ciò che per me è un emozione, sporca o nitida una foto a mio avviso deve trasmettere qualcosa a chi la guarda, ci dev'essere un rapporto fra spettatore e immagine, in poche parole ci dev'essere comunicazione. L'unica cosa che influenza la vita di tutti i giorni è il modo in cui ci poniamo col resto del mondo penso. Saper osservare ciò che ci sta attorno, questo credo sia fondamentale, penso che non sia la macchina fotografia ad influenzare me ma per paradosso il contrario, per prima cosa perchè è un oggetto inanimato che senza di me sarebbe solo un soprammobile che col tempo sarebbe coperto di polvere e per seconda cosa perchè è uno strumento di lavoro e come tale va trattato.

I suoi soggetti preferiti?
Le donne, mi piace molto rappresentarle perchè secondo me son l'emblema della bellezza, non c'è cosa al mondo a mio avviso più bella di una donna, cerco sempre di rappresentarle al meglio e sempre senza cadere sul volgare, di fatti ho la fobia del nudo, per paura appunto di cadere sul volgare evito di farlo.


Cosa fa quando non scatta foto?
Ascolto musica, cerco un lavoro, guardo lavori di fotografi sopratutto su flickr o su tumbrl

Cosa la distingue, a suo giudizio, da altri fotografi?
Il semplice fatto che non mi ritengo un fotografo, lo faccio per pura passione, non per lavoro e questo mi rendo conto mi rende molto libero, anche se ammetto, non disdegnerei di lavorare in quest'ambito.

I suoi lavori di quali influenze artistiche risentono?
Beh, tutta l'arte dal romanticismo sino ai giorni nostri, mi piace molto Egon Shiele. Anche se è di epoca barocca, penso che Michelangelo Merisi sia il mio “Fotografo” preferito.

Qual è il suo modo di scattare? Si immagina tutta la scena e predispone il set, oppure si affida all’estro del momento? Quali sono i suoi progetti futuri?
Estro, improvvisazione, difficilmente do indicazioni alle modelle, mi piace la spontaneità, e il pensare nel dettaglio tutto secondo me diventa logorante e perde di freschezza, diventa qualcosa di artificioso a mio avviso; certo c'è un minimo di pensiero dietro ma solo delle traccie diciamo per non andar “fuoritema”. I miei progetti futuri... mi piacerebbe far qualcosa inerente coi sogni e l'inconscio.

Qual è la foto che sogna di scattare?
Non saprei, forse fotografare qualcosa che riesca a trasmettere alle altre persone quello che ho provato io nel momento in cui ho fatto lo scatto

Un fotografo che ci consiglia di tenere d’occhio?
Alex Stoddard


Per una volta facciamo una eccezione alla regola delle cinque foto pubblicate, per proporre questi tre scatti notturni, a mio giudizio davvero eccezionali: 


mercoledì 20 luglio 2011

Famous Faces


 Famous Faces, edizioni teNeues, nasce da un'idea geniale: fotografare animali abbigliati come celebrità dello spettacolo. Che dire? Il risultato è eccezionale come potete vedere dalle immagini sotto. Le 19,95£ le vale tutte! 

 

martedì 19 luglio 2011

Tattly


Da piccoli più o meno tutti ci siamo coperti di tatuaggi trasferibili raffiguranti i nostri eroi preferiti, che rimanevano sulla nostra pelle per giorni anche quando gran parte se ne era andata e solamente dei piccoli quadratini colorati indugiavano sul corpo. Il principio di Tattly è lo stesso, tatuaggi a tempo determinato per coloro che non osano abbastanza per realizzarne uno permanente. L'offerta, almeno per il momento, è abbastanza limitata (una quindicina di modelli), si passa da disegni cartonizzati a semplici figure geometriche o scritte. Se il repertorio sarà implementato, il progetto potrà prendere maggiormente piede per assecondare i gusti di tutti, ma la base sembra buona. I costi si aggirano intorno ai 5$ per coppia di trasferibili. 

 

 




lunedì 18 luglio 2011

Harry Potter e i doni della morte - Seconda Parte

Ultimo capitolo della saga di Harry Potter. La ricerca degli ultimi Horcrux porterà allo scontro finale con il villain per eccellenza, Lord Voldemort.
Rispetto alle pellicole precedenti, si riscontra una maggiore ricerca dell’azione, le scene sono molto meno parlate e si sente un po’ il bisogno di qualche voce che spieghi meglio il dipanarsi della trama e non che questo avvenga solamente attraverso una successione di immagini.
I libri sono molto improntati sul dialogo, specialmente fra i tre personaggi maggiori (Harry, Ron e Hermione) che tramite le loro elucubrazioni, oltre che agli atti, giungono alla meta delle loro ricerche. Certo, si è ben consci della difficoltà di trasposizione di un libro di una certa molte in pellicola, ma questo non può essere totalmente una scusa, vista anche la scelta di dividere in due l’ultimo atto. Ed anche volendo inquadrare totalmente il film nella categoria azione, il risultato presenta scene con poca forza ed impatto. La battaglia risulta confusionaria e si temporeggia troppo e troppo spesso nelle panoramiche intorno al castello di Hogwarts, che possono sì risultare suggestive, ma d’altro canto sembrano solo espedienti per risparmiare su scene che necessiterebbero maggiori costi umani e tecnici.
D’altro canto la scelta di un film più lento e “silenzioso” potrebbe essere adeguata qualora il fine fosse di rendere con maggior vigore le tragedie che si dipanano nell’arco delle due ore, ma questa emotività manca quasi totalmente. I numerosi morti, anche fra i personaggi di un certo spicco dell’epopea, lasciano addirittura indifferenti gli attori stessi, figuriamoci gli spettatori. 

E la discesa di Harry nella foresta dovrebbe attanagliare profondamente l’animo del ragazzo, conscio di deambulare incontro alla morte. Come un uomo legato ad un masso che affonda. Invece, tali emozioni non traspirano, non si raggiungono migliori risultati nemmeno all’incontro coi genitori e gli amici defunti, nel quale si dovrebbe percepire il passaggio dalla rassegnazione alla risoluzione che si ha nel libro.

Un’altra cosa che sembra il caso di constatare e che differisce dalla versione cartacea è il palesarsi di una certa debolezza di Voldemort, colui che ha abbracciato il male consapevolmente ed, anzi, ne è diventato il più fulgido esempio. Mai si mostra debole nelle pagine del libro, nemmeno alla distruzione degli Horcrux, rispondendone con forti impeti di rabbia riconducibili al suo animo sicuro e superbo. La sua umanità si dovrebbe manifestare solamente al momento della morte, qui avviene ben prima, più volte si vede vacillare, anche davanti ai suoi accoliti.
Non voglio prodigarmi molto sulla scena finale, risulta alquanto ridicolo vedere gli attori invecchiati malamente e privi di un qualunque senso paterno/materno nel recitare.

Uscito dalla sala, pienamente a conoscenza della fine di una serie che ha percorso gran parte della mia vita (dal ’98 con il primo libro) non ho sentito la tristezza di una storia meravigliosa che giungeva inesorabilmente al termine e il cessare di quel trasporto in un mondo di pura fantasia che aveva allietato numerosi momenti. Forse può essere solamente questo il miglior commento a questa pellicola.