Come nasce il brand? Chi sono i fondatori?
Nasce dalla nostra esperienza nel settore, sia come rivenditori che come creatori di un altro brand già in circolazione da qualche anno. L’idea era finalmente dare spazio alle battute, alle idee spiritose o assurde che nascevano da momenti di 'cazzeggio'. Il prodotto di un involontario brainstorming che meritava di essere utilizzato. Il nome fortemente autoironico che abbiamo dato al brand indica chiaramente l’understatement che permea tutta l’iniziativa.Vogliamo essere i buffoni di corte, quelli che con la forma della satira scanzonata in realtà stanno affondando il ditto nella piaga, anche di fronte ai potenti di turno. Senza per questo rinunciare al divertimento puro e semplice, alla gag che ha il solo gusto della risata di cuore. Siamo limitati solamente dalla nostra fantasia, anche perché fortunatamente si tratta a suo modo di un “side-project” rispetto ad altre attività che abbiamo e non dobbiamo rispondere a logiche di fatturato o compiacere qualcuno. Il dilettantismo nel senso di fare le cose “per diletto”, ma con il know-how dei professionisti. Penso che sia una garanzia di qualità e libertà ideologica.
Gli 'autori del delitto' sono Beppe Donati, Marco Bianchi e Iucu, quest'ultimo già molto noto nel settore grazie alla sua attività con Blomor e altri brand streetwear di successo.
Qual è stata l’idea iniziale e come è stata realizzata (materiali, stampe, ecc.)?
Come detto prima, l’idea di base è stata molto lineare. Dare sfogo a tante intuizioni che ci frullavano per la testa, raccolte sotto la “bandiera” Ass Made. Pur avendo una buona conoscenza di tutte le problematiche relative alle t-shirt, quindi produzione, stampa ecc., abbiamo dovuto comunque fare analisi ed 'esperimenti'. Questo soprattutto per contenere il prezzo finale al pubblico. Capisaldi: che la t-shirt fosse 100% cotone e con un buon fit, anche perché diversamente sarebbe difficile incontrare il gusto del pubblico. Partendo da questi presupposti, si è lavorato per avere un costo accessibile. Il prezzo abbordabile permette alle nostre t-shirt di rappresentare a tutti gli effetti un acquisto “leggero”, sia per la semplicità del capo (una t-shirt con stampa frontale) sia per il suo prezzo. Le moderne tecnologie di stampa permettono anche rapidità produttiva e l’assenza di quantitativi minimi, che spesso potrebbero rappresentare un ostacolo per piccole realtà che sono agli inizi. Ogni futuro sviluppo di Ass Made rimarrà comunque ancorato a queste idee.
La vostra realizzazione di T-shirt cura maggiormente l’aspetto grafico o il taglio?
Le grafiche sono il punto focale del progetto. Il taglio è stato perfezionato rispetto alla primissima serie, ma per quello, basandoci anche sulle nostre passate esperienze con altri marchi, ci siamo affidati a professionisti del settore. La realizzazione grafica è invece il nostro settore di intervento più personale, vengono continuamente proposte e realizzate grafiche di prova seguendo le idee del momento. Solo alcune poi vedono effettivamente la luce ed entrano nelle collezioni Ass Made.
Quali sono stati i problemi che avete riscontrato nella realizzazione della prima collezione? Come è stata distribuita?
Non ci sono state problematiche particolari in quanto avevamo chiaro che si sarebbe trattato di un esperimento, la prima tiratura è stata molto contenuta ed è stata commercializzata in negozi contattati grazie alla conoscenza personale con i rispettivi gestori. Il gradimento del pubblico è stato immediato, e si è pertanto deciso di estendere l’offerta e creare una rete distributiva vera e propria, che ora è affidata a Baltimora Studio di Monza per il Nord Italia e Profilexpo Piazza di Spagna di Roma per il Centro-Sud. Il marchio è stato espressamente voluto da showroom di alto livello, che trattano abitualmente con negozi di fascia alta. Può sembrare strano, ma non lo è. Questo a dimostrazione che è un prodotto trasversale, ironico e kitsch, che grazie a questo si sposa bene anche a “contenitori” più prestigiosi. Il numero dei negozi che vendono Ass Made è ancora limitato, ma è in continuo aumento.
Come avete pubblicizzato i vostri prodotti? Quali sono i mezzi pubblicitari vi hanno portato al successo che poi avete ottenuto?
Il primo mezzo “pubblicitario” è stato facebook. Senza necessità di effettuare veri e propri investimenti pubblicitari, l’uso di facebook ci ha permesso di far conoscere a pubblico e negozianti le nostre t-shirt. Il primo lookbook è stato fatto fotografando un gruppo di vecchi in un bar di paese, con addosso le nostre t-shirt. Ci siamo divertiti molto a farlo e il pubblico si è divertito a vedere queste foto, che circolavano su facebook stesso e su flyer. Oltre a questo adesivi a profusione, che sicuramente hanno molto effetto sul pubblico più giovane. La presenza stessa presso alcuni negozi che hanno molta visibilità e seguito su internet, come SuperFly Deluxe di Pavia e Quake Style di Roma e Latina, ci ha permesso di essere ancora più noti. Infine, nell’ambito dello sviluppo del brand abbiamo in corso una campagna pubblicitaria sul magazine freepress Wait e su alcuni siti Web, come quello del magazine freepress Grab.
Avete un packaging particolare? Da dove nasce?
Al momento non abbiamo packaging specifici, ne è stato studiato uno molto “accattivante”, ma è in corso una valutazione perché come già detto per noi è imprescindibile che il prezzo finale sia concorrenziale. Non vorremmo “regalare” al cliente un bel packaging, facendoglielo in realtà pagare a caro prezzo con una t-shirt che costa 5 o 6 euro in più.
Come si è evoluto il brand dopo la prima collezione?
La prima collezione è stata realizzata con poche grafiche, alcune però di grande impatto e immediato successo, come “Stai Manzo” e “Che due scoglioni”. L’evoluzione del brand è andata nella direzione di arricchire rapidamente l’offerta di grafiche, con continua commercializzazione di novità, oltre che una ricerca di maggiore qualità grafica, proprio a livello di lavorazione preliminare e ricerca del risultato adatto con la stampa serigrafica digitale che viene utilizzata.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Continuare a stupire il pubblico. E introdurre novità che non saranno necessariamente t-shirt, ma su questo non possiamo dire di più per ora.