lunedì 5 dicembre 2011

Il mio regno per una t-shirt: Il Deboscio


Continua la nostra serie di interviste ai più promettenti brand di t-shirt del panorama italiano. Dopo Rude is cool (la potete trovare qui), ecco Il Deboscio.


Come nasce il brand? Chi sono i fondatori?
Il deboscio nasce come sito (www.ildeboscio.com) nel 2002, da Davide Colombo e David Scirocco. L'etichetta di abbigliamento invece è arrivata nel 2003. Nel 2005 è nata ID DESIGN srl, la società che produce e distribuisce il marchio, fondata da Davide e Alberto Villata.

Qual è stata l’idea iniziale e come è stata realizzata (materiali, stampe, ecc.)?
L'idea iniziale, nel 2003 è stata quella di proporre una tshirt rossa con il logo il deboscio. In seguito sono arrivate le prime grafiche, all'inizio molto minimali e poi più elaborate.

La vostra realizzazione di T-shirt cura maggiormente l’aspetto grafico o il taglio? 
La cura maggiore è per l'aspetto grafico. Il fitting delle t-shirt e delle felpe è importantissimo, ma si evolve più lentamente rispetto agli stili grafici, che devono essere rinnovati di stagione in stagione. Inoltre, per noi la t-shirt (e di conseguenza la felpa per l'inverno) è un veicolo per esprimere dei messaggi, ed è per questo che siamo riconosciuti dai nostri clienti, che si aspettano novità a livello grafico più che stilistico.

Quali sono stati i problemi che avete riscontrato nella realizzazione della prima collezione? Come è stata distribuita? 
Noi abbiamo cominciato, come molti nostri colleghi, realizzando grafiche su t-shirt pre-confezionate. Fino a quel punto, tutta la difficoltà era nel creare grafiche sempre nuove ma che mantenessero lo stile del brand. Quando abbiamo aumentato i volumi e abbiamo cominciato a produrre le nostre magliette da zero, quindi realizzando i cartamodelli e scegliendo tutto, dai cotoni alle lavorazioni ai lavaggi, sono aumentate molto le nostre opportunità e le nostre scelte, e con queste anche i problemi. Noi non veniamo dal mondo della moda, quindi abbiamo dovuto imparare tutto da zero. Se prima per noi le magliette erano blu navy o rosse o gialle, in quel momento dovevamo scegliere i nostri colori, porre molta più attenzione alle tendenze prima di fare delle scelte e poi affrontare il più grosso problema, quello legato alle produzioni su larga scala: i minimi di produzione. Inoltre, bisogna trovare aziende produttrici che abbiano fiducia in te, altrimenti il rischio è di vedersi delle porte chiuse prima ancora di realizzare un campionario. L'altro punto cruciale per la riuscita di un prodotto è la distribuzione. Inizialmente eravamo noi direttamente a proporle ai nostri negozi, siamo partiti da Milano, poi abbiamo fatto la Lombardia e in seguito il nord-Italia. Da lì abbiamo cominciato a ricevere telefonate da parte di agenti che vedevano il nostro prodotto nei punti vendita. C'è voluto molto lavoro prima di rendere appetibile il nostro prodotto sia ai clienti sia a chi lo rappresenta nelle varie regioni, ma credo che per le piccole realtà il rapporto con il negoziante sia fondamentale. Adesso è più semplice, tramite facebook riusciamo a tenerci più in contatto con i nostri clienti, ad instaurare un rapporto, a raccogliere consigli.


Come avete pubblicizzato i vostri prodotti? Quali sono i mezzi pubblicitari vi hanno portato al successo che poi avete ottenuto? 
Lo stickeraggio pesante è stata la prima forma di comunicazione. Il sito ha poi contribuito a farci conoscere moltissimo, ed è ancora oggi il nostro primo veicolo di diffusione. Non essendo "solo" un'azienda di moda, gli utenti possono trovare contenuti e questo è sicuramente un punto di forza del marchio. Inoltre per noi è stato fondamentale conoscere Marco Bianchi, proprietario di uno dei nostri primi negozi, Superfly a Pavia, nonchè editore della free press Wait!, sviluppatasi poi anche in una piattaforma on-line, su cui facciamo le nostre campagne pubblicitarie.

Avete un packaging particolare? Da dove nasce? 
Dal prossimo estivo, quindi dalla collezione che arriverà nei negozi a febbraio, utilizzeremo un astuccio di nylon in cui saranno contenute le t-shirt. Ho sempre odiato il packaging inutile, quello che viene buttato una volta aperto, abbiamo quindi deciso di utilizzare un prodotto utile, che i ragazzi possano usare anche in seguito.

Come si è evoluto il brand dopo la prima collezione? 
La prima cosa che salta all'occhio è l'evoluzione grafica. Abbiamo lavorato sempre di più, sia come qualità sia come quantità, per avere delle collezioni che veicolassero il nostro messaggio nella maniera più divertente e professionale possibile. Poi c'è stata un'evoluzione a livello di prodotto. Abbiamo migliorato la t-shirt, ne abbiamo rivisto la vestibilità, abbiamo introdotto le felpe. In futuro introdurremo sempre più prodotti, il prossimo catalogo sarà molto più vasto e articolato, sia in termini di grafica, sia in termini di prodotto. Quali sono i vostri progetti per il futuro? Far sì che sempre più gente segua il nostro sito. Poi aumentare la presenza sul territorio, rendendo più vasta e capillare la nostra distribuzione, e aumentare la nostra gamma prodotto. Come vi ho anticipato, nei prossimi mesi potrete vedere molti più prodotti con il marchio il deboscio.


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