mercoledì 14 dicembre 2011

L'arte dello sfocato di Ken Rosenthal


La nostra tendenza, quando guardiamo le foto di una serata o di una vacanza, è quella di cancellare le foto che risultano messo a fuoco. Ma c'è chi ha reso un arte questo modo di fotografare, come il qui presente Ken Rosenthal. Queste immagini che potete vedere sono stampe alle gelatine d'argento nelle quali la dominante cromatica nelle luci e nelle ombre è stata alterata con tecniche analogiche.
Rosenthal si è accorto, sfogliando un vecchio album di famiglia, che tutte le persone ritratte in foto vecchie, ingiallite e la cui nitidezza è venuta meno col passare degli anni, sembrano assomigliare a noi o ad altre persone care. Da qui nasce l'idea della serie "Seen and Not Seen". La fotografia diventa metafora della vita, vera e fittizia, affabulatrice. I colori scuri in contrasto alle luci mai troppo chiare turbano chi le guarda, non rendono un senso gradevole allo spettatore, ma è solo immaginando qualcosa di conosciuto in queste sagome che la mente frena questo senso di inquietitudine. Dietro la mancanza di messa a fuoco si potrebbe celare ogni cosa, ma il nostro occhio riporta alla mente la memoria di cose o persone conosciute, rassicuranti rispetto all'inaspettato. 
Voi cosa ne pensate? Può lo sfocato tramutarsi in arte? 













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