Tom Ford e il cinema non erano proprio due mondi separati prima di "A Single Man". Infatti, lo stilista texano era apparso prima nel film "Zoolander", nei panni di se stesso, e si era occupato poi degli abiti di Daniel Craig per il film della serie di 007, "Quantum of Solace". Ma solo nel 2008, a cavallo tra ottobre e novembre, le due realtà si fondono per creare la pellicola di cui parleremo, ispirata al libro di Christopher Isherwood "Un uomo solo".
George Falconer (Colin Firth), nella Los Angeles del 1962, è un uomo solo. Distrutto dalla morte del compagno, il film ripercorre la giornata di questo professore universitario. Il dolore è centrale alla vicenda, ma non è l'unico sentimento che viene trattato. E' un cammino verso la morte quello di Falconer, verso il ricongiungersi con l'amato defunto, ma in questo tempo si intrecciano felicità, voglie di continuare e cambiare vita, il sapore dei piccoli momenti e di nuovi incontri. Forse è proprio questo desiderio di annichilimento che porta il professore ad aprirsi totalmente al mondo che lo circorda, senza mai staccarsi totalmente da esso. Inoltre, la distruzione dell'essere interiore viene quasi contrastata dalla maniacale cura del proprio apparire.
E ad un certo punto non si può che sperare in un banale lieto fine, perché sarebbe giusto così, sempre nei film il protagonista supera le proprie prove e continua a vivere. Solo che il mito dell'eroe è morto, nessun uomo è veramente un eroe. Esiste solamente l'antieroe.
La pellicola è una gioia per gli occhi per quanto riguarda la fotografia. Alcune scene sono davvero ben realizzate e ben inquadrate. Specialmente alcune attenzioni ai colori, che cambiano all'interno della stessa scena come ad indicare chiaramente un cambio di approccio con la vita del protagonista stesso.
Colin Firth risulta davvero eccezionale in questa parte, sicuramente fuori dalle parti interpretate canonicamente che lo vedono spesso come un personaggio impacciato. La sua partecipazione gli ha valso la Coppa Volpi alla Festival del cinema di Venezia.
Ci possiamo solo rammaricare che in Italia "A Single Man", però, non abbia avuto grossi riscontri di pubblico sui grandi schermi.
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