Proponiamo, questa volta, una intervista con un artista famoso a livello internazionale. Italiano, ma, ormai, trapiantato a Londra: Mauro Perucchetti.
Quali sono stati i suoi studi e quando ha preso la decisione di fare dell’arte la sua ragione di vita?
Sin da quando ero un bambino ho sempre goduto la creatività che la fantasia e l’uso delle mani mi dava.
Il mio lavoro è particolarmente riconoscibile per l’uso particolare della resina, un materiale col quale sperimentavo da quando ero un adolescente.
Comunque ho dovuto aspettare fino al 1999 quando ho venduto la mia casa e il mio business di architettura e design per finanziare i miei progetti d’arte.
Ho lasciato la scuola dopo il liceo scientifico e sono completamente autodidatta .
Michelangelo 2020 è un’opera alquanto contraddittoria, perché ha deciso di riprendere gli ideali di bellezza classica e tramutarli in connotati femminili? Vuole essere una sorta di profezia?
MICHELANGELO 2020 è un tributo alla donna, in particolare alla donna che nella storia ha sempre subito una parte un po’ di secondo piano e che anche al giorno d’oggi deve continuare a difendere i suoi diritti.
Nel senso più generico e in tutti i sensi amo la donna.
Non ho nessuna profezia ma vedo il futuro del sesso sempre più sistemato : un futuro dove uomini e donne saranno socialmente più equilibrati , senza troppa erosione dell’apparente e affascinante vulnerabilità e femminilità delle donne. Allo stesso tempo ciò permetterà agli uomini di continuare a praticare un po’ del loro ridicolo rituale da MACHO .
C’e’ sempre stata una minoranza di individui che gravitano sui confini generalmente riconosciuti del sesso ed anche questo si sta piano piano sistemando : matrimoni dello stesso sesso, cambiamenti di sesso etc etc.
Lo scorso dicembre la sua “Jelly Baby Family” è stata installata presso il Marble Arch di Londra. Da dove nasce l’idea dell’utilizzo della figura Jelly Baby e qual è il suo significato?
Il JELLY BABY e’ uno dei miei primi concetti.
Alla fine degli anni novanta c’era tanto furore sul CLONING , dopo Dolly the sheep alcuni scienziati erano riusciti a raffinare la tecnica per riprodurre artificialmente l’essere umano.
Questo poneva un grande dilemma tra la scienza e le sua etichetta e la scienza e la religione .
Ho adottato l’immagine del JELLY BABY come la personificazione dell’essere umano clonato, un immagine che ho usato in tanti modi nel mio lavoro.
Potrebbe darci una piccola rivelazione sui suoi lavori futuri?
Col tempo ho scoperto che il mio lavoro e’sempre una continuazione, non mi e’ mai successo di fermarmi e dire : ho finito un capitolo e adesso ne comincio un altro.
Ho molti programmi aperti al momento e mi sarebbe molto difficile descriverli.
Anche per me è meglio aspettare la sorpresa.
Quando potrà dirsi soddisfatto del proprio percorso artistico? Quali sono gli obiettivi della sua carriera?
Voglio lavorare fino all’ultimo giorno della mia vita e spero di lasciare tante opere in musei e collezioni private.
Come reputa il rapporto tra Arte e Italia contemporanea? E qual è il suo rapporto con l’Italia?
I miei primi rapporti personali con l’arte e l’Italia risalgono agli anni sessanta e settanta a Roma dove, come ho già detto, mi dedicavo un po’ all’arte ma in modo molto dilettante e soprattutto al cinema, come attore prima e con una casa di produzione dopo. E’ proprio un caso che il mio primo ruolo sia stato a fianco di Elizabeth Taylor e Andy Warhol che aveva accettato una parte.
Io penso che l’Italia sta facendo passi da gigante per riguadagnare un po’ del tempo che ha perso al confronto di altri paesi che hanno avuto programmi molto più avanzati nell’arte contemporanea.
Forse l’Italia è stata vittima del incredibile privilegio che ha con il suo patrimonio d’arte dal passato ed ha avuto poco tempo di dedicarsi al futuro.
In ogni caso nonostante abbia vissuto all’estero per la maggior parte della mia vita ogni volta che ritorno l’apprezzo sempre di piu`.
Quali saranno le vostre prossime mostre? Qualcosa interesserà l’Italia?
Ho alcune mostre in Europa al momento e spero di fare qualcosa in Italia molto presto con la biennale di Roma.