Nome, cognome, età, provenienza e da quanto scatta foto?
Mi chiamo Stefano Santucci, ho 27 anni, vivo a Firenze dove mi sono un laureato in Psicologia e qui proseguo gli studi. Scatto foto un po’ da sempre.
La sua attrezzatura?
Al momento dispongo di una EOS 550D a cui ho abbinato un Canon EF 28mm f1.8 e un Canon EF 85mm f1.8
Cos’è per lei la fotografia?
La fotografia per me è un gioco: Steve Nachmanovitch diceva che il Gioco è in realtà la radice da cui nasce l’arte originale; è la materia prima che l’artista convoglia con tutta la sua esperienza e la sua tecnica. Non mi considero un’artista ma un grande giocatore, una persona che cerca di fare ciò che gli piace con passione. Per me uscire di casa con la macchina al collo è un modo per staccare, per dedicarmi a me stesso.
Lei ha iniziato, su Flickr, una progetto ambizioso: proporre una foto per ogni giorno di un intero anno solare. Da cosa è sorta questa idea?
L’idea mi è venuta in mente leggendo il titolo di un articolo su un blog di design: Life is Art@365 day. Da qui l’idea di iniziare un progetto ([Life Is Art] Project 365 • 2011) dove inserire una fotografia al giorno per un anno intero. Man mano che mi organizzavo prima di incominciare mi sono accorto di non essere l’unico su Flickr a farlo, e la cosa nn mi è affatto dispiaciuta. Raccogliere una foto al giorno per un anno intero la considero un’attività molto poetica, ed è uno di quei progetti che ti spinge molto a mantenere un ritmo, a migliorare sempre più. A volte è impegnativo, ci sono di quelle giornate dove per mancanza di tempo sono costretto ad andare al supermercato con la macchina in spalla, ma le soddisfazioni che ne raccolgo sono incredibili.
Come mai predilige la tecnica del “rubato”? Quali sono i pregi della fotografia di strada rispetto alla tradizionale per lei?
Mi sono accorto che durante una giornata accadono moltissime cose a cui non poniamo molta attenzione: tantissimi dettagli vanno persi e questo avviene specialmente nelle persone che abbiamo vicine – magari sull’autobus, su una scala mobile o che ci vengono incontro passeggiando. Lo scopo della mia fotografia è quella di emozionare cogliendo questi aspetti “persi”. Ritraendo espressioni, discussioni, gesti, brevissime manifestazioni dell’essere, credo di poter riportare al centro dell’attenzione le persone per quello che realmente sono, e non per la maschera che indossano ogni giorno. Se chiudessi tutti dentro una stanza non potrei minimamente riuscire a raggiungere la stessa naturalezza.
Come si svolge una sua sessione fotografica? Si apposta in un luogo preciso finché non arriva il momento giusto di scattare oppure girovaga alla ricerca di qualcosa di preciso?
Dipende dalle giornate, dal mio tempo a disposizione, dalle idee che ho. Faccio entrambe le cose, o passeggio tra la gente, oppure trovo dei punti dove la luce è particolarmente bella e aspetto. Qualcosa succede sempre.
Vista la necessità di cogliere l’attimo per questo tipo di foto, che modalità utilizza per scattare? Automatica oppure manuale? Quali sono le accortezze per realizzare foto di street life di ottimo livello come le sue?
Scatto sempre in modalità manuale scegliendo apertura e tempi di scatto personalmente a seconda della luce e di ciò che voglio immortalare. Al 50% delle volte lascio alla macchina scegliere il valore di ISO, nell’altro 50% lo scelgo io.
Non credo ci siano molte accortezze, non esistono regole in fotografia. O meglio, le regole che ci sono sembrano quasi essere state inventate per essere dimenticate. Io preferisco un tipo di fotografia che arrivi dentro alle persone e che non sia “tecnica”. Per questo non ho mai voluto iscrivermi ad un corso di fotografia ma imparare tutto da autodidatta. Un consiglio che posso dare è quello di cercare di entrare in contatto con chi si ha dentro l’obiettivo, non avere fretta e cercare di avere un occhio il più cinematografico possibile cogliendo magari le migliori inquadrature in un film che si è visto o sfogliando blog o giornali.
Un ultimo segreto del mestiere che le chiediamo: le sue foto vengono proposte come originalmente scattate e vengono modificate con l’utilizzo di programmi di grafica? Nel secondo caso, quali sono le modifiche che apporta solitamente?
Si le mie fotografie vengono spesso modificate nei toni per avere una migliore resa cromatica e cinematografica e vengono croppate dandomi la possibilità di aggiungere le due bande nere che danno l’effetto 16/9. Non mi piace stravolgerle, per cui cerco sempre di minimizzare gli interventi.
Uso Aperture 3 per correggere i file RAW e la suite di Photoshop CS5 per gli ultimi ritagli grafici come bande nere e quant’altro se necessario.
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