Regred'Arte è la nuova rubrica dedicata all'arte contemporanea. Ciò che fuoriesce dai canoni classici di arte e di bellezza e che può sembrare a prima vista una banale regressione ad uno stato di non arte. Senza pretese e con gli occhi del curioso proveremo a trattarne, a rendere meno ostica la comprensione dell'arte dell'ultimo secolo. Il primo appuntamento è dedicato a Lucio Fontana.
Di fronte all’emblematica domanda se considerare una certa arte tale, è facile che venga alla mente il nome di Lucio Fontana. Questo artista oriundo (nasce, infatti, a Rosario nel 1899) è celebre per i tagli che infliggeva alle sue tele. E’ facile porsi di fronte a certe opere e avere la superbia di affermare che anche noi avremmo potuto realizzare una simile cosa. Sì, probabilmente è così, tutti avrebbero la capacità di tagliare una tela (anche se sarebbe alquanto dura porsi di fronte al proprio lavoro e “distruggerlo” deliberatamente) e chissà a quanti artisti sarà successo casualmente di rovinare i propri lavori con una caduta accidentale, ad esempio, però solo a Fontana spetta l’onore di aver realizzato consapevolmente e per primo una simile opera.
Non è tutto. Ponetevi di fronte ad uno dei Concetti spaziali (questo è il nome delle tele sezionate) e osservatele bene: il taglio non è casuale, realizzato con violenza ed istintivo, è bensì ragionato, praticato dolcemente. Osservate che effetti di gradevolezza hanno i contorni delle fessure. Tutto questo è ragionato, consapevole e sperimentato.
Con Fontana nasce anche lo Spazialismo. Una tela in sé per sé è un elemento bidimensionale, nonostante tutto ciò che vi sia impresso, anche con la più abile maestria nell’uso della prospettiva. Adesso prendiamo un coltello e tagliamola, facciamoci un buco. A questo punto lo spazio vi confluisce, si può vedere ciò che sta dietro o dal retro possiamo vedere ciò che la fronteggia, l’aria vi può passare. E’ questo l’enorme, l’eccezionale idea che Fontana mette in atto, uccidendo tutto il concetto precedente di pittura e di quadro.
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