Si è alzato il sipario sul Lucca Digital Photo Fest a Lucca (20 novembre – 12 dicembre). La ridente città cinta da mura ospita 17 mostre fotografiche e numerosi incontri. Il tema centrale della sesta edizione del Festival è la donna. In anteprima assoluta la mostra “Bye, bye, Marylin”, dedicata interamente al compianto simbolo della femminilità Marylin Monroe.
Ospite d’onore della manifestazione è l’artista statunitense Sandy Skoglund, che sarà premiata con il Lucca Digital Photo Award. L’esposizione ha titolo “The power of imagination”, una raccolta dei suoi lavori dagli anni ’80 alla contemporaneità. Sua è anche la foto emblema della mostra che qualcuno avrà già visto sulla copertina di un libro di Margaret Mazzantini.
La bellezza del corpo femminile sarà ricercata anche nelle mostre di Horst P. Horst, con studi di nudo, e Michel Comte, che porta a Lucca una “Not only women”, racconta di nudi e ritratti di donne famose.
Non può, poi, mancare, come ogni anno, l’appuntamento con il World Press Photo con i duecento scatti di fotogiornalismo premiate dalla World Press Foundation.
Dalla mia esperienza personale, posso consigliarvi la mostra di Jan Saudek, che propone fotografie di nudo in bianco e nero, tutte eseguite nello scantinato del fotografo a Praga, e ritoccate a mano. Un forte connubio di erotismo ed ironia. La location, inoltre, ne accentua i caratteri forti e decadenti, in quanto si trova nell’ex manifattura tabacchi, edificio industriale leggermente fatiscente.
Interessante anche il lavoro di Giorgia Fiorio (presso Palazzo Guinigi) che indaga sulla relazione tra l’individuo e la sacralità attraverso immagini di funzioni religiose di tutto il mondo. Il suo libro “Il dono” ha, tra l’altro, ricevuto il patrocinio dell’Unesco per la salvaguardia del patrimonio immateriale.
Per adesso sono riuscito a visionare solo queste due location, non mi resta che darvi appuntamento ai prossimi giorni per nuovi aggiornamenti. Una cosa, però, che mi ha lasciato un po’ contraddetto è la poca affluenza alla mostra, le sale sono praticamente vuote, solo alcune persone passano lentamente davanti alle foto. Tutto questo, certo, permette una esperienza più intima con l'opera d'arte, però questo festival, per la qualità messa in campo, meriterebbe maggiore visibilità e più affluenza.
Per maggiori informazioni: http://www.ldpf.it/.
Se avete visitato la mostra, non abbiate paura a commentare ed esprimere le vostre opinioni.
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