martedì 29 novembre 2011

Deok, la scultura liquida koreana


L'Oriente, almeno a mio modestissimo parere, rappresenta il futuro in campo artistico, come in altri campi (primo fra tutti quello della moda). Senza volerne riportare eccelsi esempi, presentiamo qui un artista sicuramente meno conosciuto ai più, ma non per questo meno rilevante. Deok, koreano, crea le sue strutture di impianto nettamente classico attraverso pezzi di metallo, catene e parti di motori in maggioranza. Le sue creazioni appaiono, oltre che scomposte in milioni di pezzi, anche incomplete. Queste figure fisicamente perfette, ma incomplete (alcune mancano proprio in parti di corpo, altre non possiedono capelli), sembrano delle riflessioni sull'uomo contemporaneo. Quando la certezza dell'esistenza corporea, prima e più potente fra le certezze esistenzialistiche, in tutte le sue parti viene meno, cosa può rimanere dell'essere umano? Alcune opere, sembrano proprio riportare alla mente il titolo di un libro di Zygmunt Bauman, Modernità liquida, anche se qui andrebbe tradotto piuttosto in esistenza liquida








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