sabato 12 novembre 2011

Quando le sedie parlano


I veicoli per esprimere una propria idea sono infiniti. Anche una seduta può abbandonare il suo mutismo per gridare a squarciagola. Tjep scava la sua sedia (Recession Chair), la corrode, la consuma. Presto sarà un oggetto che avrà perso la sua funzione, perché non avrà più la resistenza necessaria a sorreggere il peso del suo fruitore, così come l'economia mondiale, sull'orlo del collasso.
Maartan Baas, invece, disegna la propria sedia che anela a raggiungere il cielo, su sempre più su. Alla ricerca di un'entità divina che possa spargere la sua giustizia sul mondo, anche a favore dei più deboli e sfortunati. Infatti, la Empty Chair, così si chiama la creazione, è stata realizzata per Amnesty International. 








Altre sedie sussurrano solamente...











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