venerdì 30 settembre 2011
No Word: Portrait Without Face
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giovedì 29 settembre 2011
Five for ImPressing: Serena Biagini
Nome, cognome, età e da quanto scatta fotografie?
Serena Biagini, classe 1983, ho la passione della fotografia da quando sono nata.
A 5 anni mi sono fatta regalare da mio padre una Polaroid ed ho iniziato a scattare con
quella macchina. Per passione scatto dal 2004, prima usando macchine analogiche poi
passando al digitale.La passione poi pian piano si è trasformata in una forma d’espressione della mia personale visione delle cose e questo è successo più o meno verso la fine del
2009.
La sua attrezzatura?
Attualmente utilizzo una Nikon D700 e una Nikon D80. Ho ancora la mia vecchia analogica
F70 che ogni tanto riutilizzo.
Cos’è la fotografia per lei? Quanto l’obiettivo influenza la vita di tutti i giorni?
Come detto sopra, la fotografia mi aiuta a vedere le cose attraverso un mondo tutto
mio. Ultimamente la sto associando parecchio alla pittura e questo mi aiuta ad esprimere
quello che ho dentro ancora meglio. Riassumendo per me la fotografia è libertà di espressione.
I suoi soggetti preferiti?
In generale amo i ritratti e le foto concettuali.
Cosa fa quando non scatta foto?
Lavoro come impiegata in una piccola ditta, ma spero di occupare tutto il mio tempo
fotografando nel prossimo futuro!
Cosa la distingue, a suo giudizio, da altri fotografi?
Ogni fotografo ha un proprio stile, un proprio modo di vedere le cose. Come tutte le persone si distinguono per carattere, aspetto fisico,ecc. Ecco che anche noi fotografi ci diversifichiamo
attraverso i nostri particolari tratti distintivi.
I suoi lavori di quali influenze artistiche risentono?
Ultimamente risento parecchio l’influenza di una fotografa contemporanea americana: Brook
Shaden, l’ammiro moltissimo! Poi non posso non citare Tim Walker e Annie Leibovitz.
Qual è il suo modo di scattare? Si immagina tutta la scena e
predispone il set, oppure si affida all’estro del momento? Quali sono i suoi progetti futuri?
Amo molto ideare i miei scatti. Spesso tutto parte da uno spunto che ho poco prima di
addormentarmi: appunto tutto su di un foglio e la mattina dopo amplio il concetto.
Ecco non sono una fotografa da reportage, mi piace tenere le cose sotto controllo.
I progetti per il futuro ci sono ma non ancora del tutto chiari….varie idee che spero di poter
realizzare.
Qual è la foto che sogna di scattare?
Non lo so, probabilmente non l’ho ancora pensata!
Un fotografo che ci consiglia di tenere d’occhio?
Posso consigliarne due? Come citato sopra, sicuramente Brooke Shaden per quanto riguarda l’estero e per stare in terra italiana vorrei menzionare una fotografa a mio parere molto dotata e che stimo: Chiara Fersini in arte Himitsuhana.
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mercoledì 28 settembre 2011
Regred'Arte: Daniel Arsham
Daniel Arsham from Cleveland, Ohio. Classe 1980. Con questo artista percorriamo nuovamente la strada di un'arte che sconfina nella tridimensionalità pur mantenendo le proprie radici nel 2D (per coloro che non avessero avuto modo di vedere i precedenti post: Enrique Oliveira e Robbie Rowlands). Ashram gioca con le superfici murarie, facendone fuoriuscire dei tendaggi che interagiscono con l'ambiente circostante o fra loro; crea strani buchi nelle pareti od erosioni anomale che intaccano la purezza di una superficie perfettamente liscia ed omogenea. Si nota la voglia di stupire, ma allo stesso tempo di celare. L'uso di colori neutri può rendere nascosta l'opera d'arte, quindi solo avvicinandosi si palesa la sorpresa che coglie lo spettatore all'improvviso. Un'arte ambigua, forse semplice, ma non semplicistica ed è per questo che ci piace. Non sempre l'arte deve essere qualcosa di straordinario, di mostruoso o sconvolgente per la sua bellezza, ma deve sempre aver voglia di stupire e di far riflettere l'osservatore.
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martedì 27 settembre 2011
Retro Video Game Art
Una perla per tutti i geek (amanti della tecnologia, termine positivo che si contrappone a quello negativo di nerd): Penney Design ha selezionato i film di maggior successo degli ultimi anni e ne ha realizzato le copertine tramutandole in vecchi giochi pixellosi. Probabilmente non tutti noi avremo avuto la fortuna di giocare con i primi Atari, ma tutti possiamo apprezzare queste versioni simpatiche e nostalgiche.
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lunedì 26 settembre 2011
Nue York: Self Portraits of a bare urban citizen
Vi presentiamo il nuovo lavoro di Erica Simone. Si tratta di una serie di venti autoritratti di nudo nella città di NY, mentre la fotografa fa shopping, compra un hot dog ed, addirittura mentre viene arrestata (d'altronde era un pericolo che doveva essere messo in conto). L'autrice ci tiene a specificare che lei non è una esibizionista né una nudista, ma di certo ci vuole un certo coraggio per posare come lei ha fatto. Arte o solamente un'operazione volta unicamente ad ottenere maggiore visibilità? E, oltretutto, se non fosse stata una bella figliola, come oggettivamente possiamo asserire, avrebbe realizzato lo stesso questi scatti?
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Daft Punk Helmet
Chi di noi non vorrebbe l'eccezionale casco luminoso dei Daft Punk? Sarebbe un oggetto veramente eccezionale da poter sfoggiare alle feste. Per fortuna, c'è qualcuno che, non avendo niente da fare a giornate probabilmente, si mette a spendere quattro mesi del proprio tempo per realizzare un simile capolavoro e rendercene parte tramite un video. Ringraziamo Volpin Props per questo sogno che diventa realtà!
domenica 25 settembre 2011
The Art of Sumo
Sport di tradizione secolare, il sumo presenta un gran fascino per chi ci si approccia la prima volta. Non si tratta unicamente di uno scontro fra due uomini estremamente grassi, anche perché un tale sovrappeso non è sintomo di una cattiva alimentazione, bensì di una dieta ferrea portata avanti fin dai primi anni della propria vita. Si tratta piuttosto di un vero incontro di due lottatori, addestrati ed allenati, con l'intento di far smuovere e perdere l'equilibrio all'avversario oppure condurlo all'esterno dell'area di lotta, chiamata dohyo. E' una sorta di danza tradizionale eseguita da colossi di carne.
Le foto, qui proposte, dalla serie The Art of Sumo di Tomoki Momozono esprimono la forza, l'ansia, la tensione degli incontri, specialmente grazie agli sfondi scuri e alla ricerca del particolare adeguato.
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